Accidenti al coronavirus

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Non mi capita spesso di arrabbiarmi, né di piangere sconsolata.  Eppure ieri ho maledetto il Covid 19, che mi impediva un’altra volta di vedere mio figlio, che risiede in Spagna.  E’ da Natale che non ci incontriamo; avevamo organizzato di vederci con tutta la famiglia in un paesino della Costa Brava, per stare insieme tre, quattro giorni.

Aspettavo la partenza, prevista per giovedì, con ansia ed eccitazione; quali vestiti portare per farmi vedere da mio figlio un poco più in forma di quanto non fossi lo scorso dicembre, quando passavo dal letto alla poltrona e viceversa.  Come organizzare le medicine, le iniezioni per i globuli bianchi, tanti dettagli che mi hanno impegnato la mente per giorni.  E ho pure chiesto ed ottenuto il permesso dei medici!

Poi ieri mattino mio figlio mi chiama, informandomi che in Cataluña i casi di coronavirus sono in aumento, che forse non è il caso di andarci date le mie condizioni di salute.  Sono scoppiata a piangere, era tutto così bello, non vedevo l’ora che fosse giovedì, anche se mercoledì come al solito avrei avuto la chemioterapia.

Ho incassato il colpo, ma si deve essere accorto della mia grande delusione e dolore.

Dopo poco mi ha richiamata dicendomi che sarebbe venuto lui in Italia, per pochi giorni, ma almeno ci saremmo rivisti.

Di nuovo felicità! Ero salva!

Stamane invece doccia fredda: tutto cancellato, per prudenza meglio che non lo veda finché non si capisce esattamente la portata del virus in Spagna.  Altro pianto, ma soprattutto sfogo quasi volgare nei confronti del coronavirus.  Mi sta togliendo tanti piccoli piaceri quotidiani, la mia vita è limitata oltre che dalla chemio dal Covid 19, ancor più ora che tutti vanno in giro senza mascherina.

Ma soprattutto, quando potrò rivedere mio figlio, anche sapendo che non lo potrò abbracciare?